Post by LGSarei curioso di sapere in che modo riesci a concepire lo "star fermo"
( se mi dici "dal fatto che non si muove", allora il muoversi e'
primitivo rispetto allo star fermo, e dovrai attribuire al muoversi
un'autoreferenzialita' ostensiva... e non potrai spiegarmi il muoversi
con lo star fermo...).
Ovviamente qui la questione mi interessava *solo* dal punto di vista
logico-formale (per quanto quella dei "contrari" sia già una semantica).
Aggiungo anche, in relazione a quanto dirai alla fine del tuo post, che
"tutto", in quelle proposizioni, va inteso come quantificatore universale:
"ogni cosa". "tutto si muove [sta fermo]" non va dunque inteso, come fai
alla fine, come "_il_ tutto si muove [sta fermo]", che tu usi o meno la
maiuscola:-).
Post by LGSe lo star fermo equivale a non-muoversi, allora "x si muove" e "x non
si muove" sono logicamente mutuamente contradditorie,
Intendi, credo (correggimi se sbaglio), "x si muove" e "x sta fermo", perché
il fatto che tra "x si muove" e "x _non_ si muove" sussista una relazione di
contradditorietà logica *non* richiede alcuna premessa semantica
(l'equivalenza di cui parli), ma è analiticamente fondato sulla particella
"non".
D'altra parte, se c'è identità semantica tra "stare fermo" e "non muoversi"
allora, per sostituzione, visto che c'è opposizione di
contraddittorietà tra "x si muove" e "x _non_ si muove", sembra che si debba
dire che c'è relazione di contraddittorietà tra "x si muove" e "x sta
fermo".
E tuttavia c'è un problema, che disturba la linearità di quest'ultimo
ragionamento - e questo proprio dal punto di vista di Aristotele. Infatti se
tra "x si muove" ed "x sta fermo" sussiste una relazione di
contraddittorietà logica, allora, dal punto di vista della logica classica
(che qui coincide rigorosamente con la logica aristotelica), tra queste due
proposizione vige il terzo escluso, e dunque una delle due deve essere vere.
Ma nel caso in cui x non esista (per un qualche valore di x) ci troveremmo
in una aporia (tipica, quando fa capolino il non-essere:-)): da un lato
entrambe le proposizioni sarebbero falsificate - dall'altro lato, la
relazione di contraddittorietà logica sussistente tra le due proposizione
renderebbe a priori impossibile questa simultanea falsificazione.
L'unico modo per uscire da questa aporia, è di negare che tra "x si muove"
ed "x sta fermo" possa sussistere una relazione di contraddittorietà. Questa
relazione sussiste tra "x si muove" ed "x non si muove". Infatti, se x non
esiste, "x non si muove" non viene falsificata (ciò che non esiste, non si
muove nemmeno).
A questo punto Aristotele, a proposito di questa faccenda semantica, farebbe
riferimento alla opposizione tra "possesso" e "privazione".
Post by LGMa torniamo al quotato: che l'insieme "tutto" sia onnicomprensivo
equivale secondo me a dare una raffigurazione ontologica, che esula
dai poteri discriminatori del pdnc. Dire che e' possibile parlare di
un "tutto" onnicomprensivo - che nel seguito citero' come "Tutto" -
e' dire nello stesso tempo che, come tale, e' irriferenziabile (non
puo' contenere la propria frontiera, altrimenti - visto che e' una
frontiera - vi sarebbe altro oltre essa; ne' puo' escludere la
propria frontiera, altrimenti la propria frontiera sarebbe gia' essa
stessa altro da esso). Un "Tutto" ha dunque una incompletezza
irrisolvibile, autocontradditoria rispetto alla sua supposta
completezza.
E intanto, anche qui, faccio notare che questa supposta completezza siamo
riusciti, appunto, a supporla, dunque a *riconoscerla*. E se l'abbiamo
riconosciuta, è perché, per così dire, abbiamo riconosciuto la...promessa
avanzata dal termine "tutto", in quanto dotato del significato di cui è
dotato.
Ed è solo perché abbiamo riconosciuto questo significato, che poi possiamo
parlare di "autocontraddizione" (il "Tutto" sarebbe autocontraddittorio
perché, non potendo contenere tutto, non può mantenere la promessa espressa
dal termine che lo indica).
Visto che, poiché parli di "autocontraddizione", deve trattarsi di una
faccenda eminentemente logica (in questo caso, la tua "irreferenziabilità"
viene a consistere nella contraddittorietà dell'oggetto che il termine
promette di referenziare), dovrei chiederti di specificarti in che senso usi
qui il termine "frontiera" (un termine al quale, per altro, da quel
contestualista che sei, sei particolarmente affezionato:-)). Ma forse la
domanda sarebbe superflua, perché la frontiera del "Tutto" è indicata dal
termine "Nulla" - e allora si capisce già che l'intera questione è
traducibile in quella aporia che tu vorresti eliminare come insensata:
l'aporia del nulla:-).
Post by LGQuindi, se "il qualcosa x si muove" e lo stesso "qualcosa x sta fermo"
sono contraddittorie e tertium non datur;
Sopra ho mostrato che così non può essere.
Post by LGNon e' che usando in tandem il pdnc e il
pdte si possa costruire una metafisica,
Sicuramente no. Occorre una semantizzazione, che deve riguardare i termini
fondamentali in gioco. Ma non sottovalutiamo il potere semantizzante dei
principi logici. Il pdnc, ad esempio, è in grado di semantizzare termini
quali "contraddizione" ed "impossibilità".
Un saluto,
Marco