Stella Nascente
2010-01-30 19:10:05 UTC
Perchè non c'è alcun bisogno delle religioni che anzi sono d'ostacolo alla
morale?
Tratto da: L'illusione di Dio
di R. Dawkins
Il biologo di Harvard Marc Hauser, nel suo libro *Moral minds: how nature
designed our universal sense of right and wrong*, ha continuato una linea
fruttuosa di esperimenti mentali proposti in origine da filosofi della
morale. Lo studio di Hauser servirà allo scopo aggiuntivo di introdurre il
modo in cui ragionano i filosofi della morale.
Viene posto un ipotetico dilemma morale, e la difficoltà che noi abbiamo a
rispondere ci dice qualcosa sul nostro senso di giusto e sbagliato. Ma
Hauser va oltre i filosofi, nel fatto che lui effettua dei sondaggi
statistici e degli esperimenti psicologici, usando questionari su Internet,
per esempio, per investigare sul senso morale di persone reali.
Dal nostro punto di vista attuale, ciò che ci interessa è che quasi tutte
le persone arrivano alla stessa decisione quando si presentano loro questi
dilemmi; il loro accordo su queste stesse decisioni è forte, anche se non
sempre riescono a spiegare perché hanno preso quella decisione. Questo è
proprio ciò che dovremo aspettarci se davvero avessimo un senso morale
pre-programmato nei nostri cervelli, come l'istinto sessuale o la paura
delle altezze o, come lo stesso Hauser preferisce dire, la capacità di usare
il linguaggio (i dettagli variano da cultura a cultura, ma la struttura
profonda soggiacente della grammatica è universale).
Come vedremo, il modo in cui le persone rispondono a questi test morali, e
la loro incapacità di spiegare le loro ragioni, sembrano largamente
indipendenti dalle loro credenze religiose o mancanza di esse.
Il messaggio del libro di Hauser, per anticiparlo con parole sue, è questo:
*alla guida dei nostri giudizi morali c'è una grammatica morale universale,
una facoltà della mente che si è evoluta per milioni di anni per includere
un insieme di principi per costruire una gamma di sistemi morali possibili.
Come avviene per il linguaggio, noi non siamo consapevoli dei principi che
costituiscono la nostra grammatica morale*.
Alcuni tipici dilemmi morali di Hauser riguardano un carrello ferroviario
impazzito, che corre senza controllo sulle rotaie di un treno, e che
minaccia di investire ed uccidere un certo numero di persone. La storia più
semplice consiste in una persona, Denise, che si trova vicino ad uno scambio
ferroviario ed è in grado di deviare il carrello verso un binario laterale,
in tal modo salvando la vita di cinque persone intrappolate sul binario
principale più avanti. Sfortunatamente c'è un uomo intrappolato sul binario
laterale. Ma poiché si tratta di un solo uomo, la maggior parte delle
persone è d'accordo che per Denise sia moralmente lecito, se non
obbligatorio, azionare il cambio e salvare i cinque uccidendo l'uno.
Ignoriamo possibilità ipotetiche come il fatto che quell'uomo sul binario
laterale sia Beethoven, o un caro amico.
Elaborando questo esperimento mentale si arriva ad una serie di dilemmi
morali sempre più laceranti. Che dire se il carrello si può fermare facendo
cadere un grosso peso sul suo percorso da un ponte che si trova in alto? E'
facile: ovviamente dobbiamo gettare il peso. Ma che fare se l'unico grosso
peso disponibile è un uomo molto grasso che siede sul ponte, ammirando il
tramonto? Quasi tutti convengono che sia immorale spingere l'uomo grasso giù
dal ponte, anche se, da un certo punto di vista, il dilemma potrebbe
sembrare analogo a quello di Denise, dove azionare il cambio uccide una
persona per salvarne cinque. Ma la maggior parte di noi ha la forte
sensazione intuitiva che ci sia una differenza cruciale tra i due casi,
sebbene potremmo non essere in grado di articolarla a parole.
L'uomo grasso spinto giù dal ponte ricorda un altro dilemma che viene
considerato da Hauser. In un ospedale stanno morendo cinque pazienti, ognuno
per una malattia ad un organo diverso. Sarebbero tutti salvi se si trovasse
un donatore per il loro particolare organo difettoso, ma non ci sono
donatori disponibili. In quel momento il chirurgo nota che in sala d'aspetto
c'è un uomo perfettamente sano, con tutti e cinque gli organi in buona
condizione e adatti al trapianto. In questo caso, non si riesce a trovare
quasi nessuno che dica che l'atto morale è uccidere l'uno per salvare i
cinque.
Come per l'uomo grasso sul ponte, la sensazione intuitiva che abbiamo quasi
tutti noi è che non si può trascinare all'improvviso una persona innocente
che passava lì per caso in una situazione cattiva, ed utilizzarlo senza il
suo consenso per il bene di altri. Immanuel Kant notoriamente espresse il
principio che un essere razionale non si debba mai utilizzare come mezzo non
consenziente per uno scopo, anche se lo scopo è far del bene ad altri.
Questo sembra fornire la differenza cruciale tra il caso dell'uomo grasso
sul ponte (o quello dell'uomo nella sala d'aspetto dell'ospedale) e l'uomo
sul binario laterale di Denise.
L'uomo grasso sul ponte sta venendo decisamente usato come mezzo per fermare
il carrello impazzito. Questo viola chiaramente il principio di Kant.
Invece, la persona che si trova sul binario laterale non sta venendo usata
per salvare le vite delle cinque persone sul binario centrale. È il binario
laterale che sta venendo usato, e l'uomo ha semplicemente la sfortuna di
trovarsi su di esso al momento sbagliato. Ma, quando esprimiamo la
differenza in questo modo, perché essa ci soddisfa? Per Kant, si tratta di
un assoluto morale.
Per Hauser, è qualcosa di pre-programmato dentro di noi dall'evoluzione.
Continua.
morale?
Tratto da: L'illusione di Dio
di R. Dawkins
Il biologo di Harvard Marc Hauser, nel suo libro *Moral minds: how nature
designed our universal sense of right and wrong*, ha continuato una linea
fruttuosa di esperimenti mentali proposti in origine da filosofi della
morale. Lo studio di Hauser servirà allo scopo aggiuntivo di introdurre il
modo in cui ragionano i filosofi della morale.
Viene posto un ipotetico dilemma morale, e la difficoltà che noi abbiamo a
rispondere ci dice qualcosa sul nostro senso di giusto e sbagliato. Ma
Hauser va oltre i filosofi, nel fatto che lui effettua dei sondaggi
statistici e degli esperimenti psicologici, usando questionari su Internet,
per esempio, per investigare sul senso morale di persone reali.
Dal nostro punto di vista attuale, ciò che ci interessa è che quasi tutte
le persone arrivano alla stessa decisione quando si presentano loro questi
dilemmi; il loro accordo su queste stesse decisioni è forte, anche se non
sempre riescono a spiegare perché hanno preso quella decisione. Questo è
proprio ciò che dovremo aspettarci se davvero avessimo un senso morale
pre-programmato nei nostri cervelli, come l'istinto sessuale o la paura
delle altezze o, come lo stesso Hauser preferisce dire, la capacità di usare
il linguaggio (i dettagli variano da cultura a cultura, ma la struttura
profonda soggiacente della grammatica è universale).
Come vedremo, il modo in cui le persone rispondono a questi test morali, e
la loro incapacità di spiegare le loro ragioni, sembrano largamente
indipendenti dalle loro credenze religiose o mancanza di esse.
Il messaggio del libro di Hauser, per anticiparlo con parole sue, è questo:
*alla guida dei nostri giudizi morali c'è una grammatica morale universale,
una facoltà della mente che si è evoluta per milioni di anni per includere
un insieme di principi per costruire una gamma di sistemi morali possibili.
Come avviene per il linguaggio, noi non siamo consapevoli dei principi che
costituiscono la nostra grammatica morale*.
Alcuni tipici dilemmi morali di Hauser riguardano un carrello ferroviario
impazzito, che corre senza controllo sulle rotaie di un treno, e che
minaccia di investire ed uccidere un certo numero di persone. La storia più
semplice consiste in una persona, Denise, che si trova vicino ad uno scambio
ferroviario ed è in grado di deviare il carrello verso un binario laterale,
in tal modo salvando la vita di cinque persone intrappolate sul binario
principale più avanti. Sfortunatamente c'è un uomo intrappolato sul binario
laterale. Ma poiché si tratta di un solo uomo, la maggior parte delle
persone è d'accordo che per Denise sia moralmente lecito, se non
obbligatorio, azionare il cambio e salvare i cinque uccidendo l'uno.
Ignoriamo possibilità ipotetiche come il fatto che quell'uomo sul binario
laterale sia Beethoven, o un caro amico.
Elaborando questo esperimento mentale si arriva ad una serie di dilemmi
morali sempre più laceranti. Che dire se il carrello si può fermare facendo
cadere un grosso peso sul suo percorso da un ponte che si trova in alto? E'
facile: ovviamente dobbiamo gettare il peso. Ma che fare se l'unico grosso
peso disponibile è un uomo molto grasso che siede sul ponte, ammirando il
tramonto? Quasi tutti convengono che sia immorale spingere l'uomo grasso giù
dal ponte, anche se, da un certo punto di vista, il dilemma potrebbe
sembrare analogo a quello di Denise, dove azionare il cambio uccide una
persona per salvarne cinque. Ma la maggior parte di noi ha la forte
sensazione intuitiva che ci sia una differenza cruciale tra i due casi,
sebbene potremmo non essere in grado di articolarla a parole.
L'uomo grasso spinto giù dal ponte ricorda un altro dilemma che viene
considerato da Hauser. In un ospedale stanno morendo cinque pazienti, ognuno
per una malattia ad un organo diverso. Sarebbero tutti salvi se si trovasse
un donatore per il loro particolare organo difettoso, ma non ci sono
donatori disponibili. In quel momento il chirurgo nota che in sala d'aspetto
c'è un uomo perfettamente sano, con tutti e cinque gli organi in buona
condizione e adatti al trapianto. In questo caso, non si riesce a trovare
quasi nessuno che dica che l'atto morale è uccidere l'uno per salvare i
cinque.
Come per l'uomo grasso sul ponte, la sensazione intuitiva che abbiamo quasi
tutti noi è che non si può trascinare all'improvviso una persona innocente
che passava lì per caso in una situazione cattiva, ed utilizzarlo senza il
suo consenso per il bene di altri. Immanuel Kant notoriamente espresse il
principio che un essere razionale non si debba mai utilizzare come mezzo non
consenziente per uno scopo, anche se lo scopo è far del bene ad altri.
Questo sembra fornire la differenza cruciale tra il caso dell'uomo grasso
sul ponte (o quello dell'uomo nella sala d'aspetto dell'ospedale) e l'uomo
sul binario laterale di Denise.
L'uomo grasso sul ponte sta venendo decisamente usato come mezzo per fermare
il carrello impazzito. Questo viola chiaramente il principio di Kant.
Invece, la persona che si trova sul binario laterale non sta venendo usata
per salvare le vite delle cinque persone sul binario centrale. È il binario
laterale che sta venendo usato, e l'uomo ha semplicemente la sfortuna di
trovarsi su di esso al momento sbagliato. Ma, quando esprimiamo la
differenza in questo modo, perché essa ci soddisfa? Per Kant, si tratta di
un assoluto morale.
Per Hauser, è qualcosa di pre-programmato dentro di noi dall'evoluzione.
Continua.