Daniele
2011-01-13 10:35:18 UTC
Eraclito sostiene che tutti gli uomini fanno uso pieno della ragione:
i più si fermano all’apparenza, ai sensi, all’opinione: “Pur essendo
questo logos comune, la maggior parte degli uomini vivono come se
avessero una loro propria e particolare saggezza”. Il logos, presente
in tutti gli uomini, la ragione, facoltà conoscitiva suprema, ci
permette di cogliere le cose nella loro oggettività. Ai sensi, al
sentimento, alle passioni, agli istinti, le varie situazioni, i vari
aspetti della realtà si presentano diversi da individuo a individuo.
Sensi, sentimenti, passioni, istinti, sono dunque soggettivi, la
ragione è invece in grado di metterci in contatto con l’oggettività
delle cose, essa è quindi universale, e accomuna gli uomini, mentre le
altre facoltà e attitudini umane portano a divergenze e
particolarismi.
Parmenide, non fidandosi dei sensi ma solo della ragione, sostiene che
il pensare e l’essere sono la stessa cosa e ciò che è impensabile non
può esistere. La realtà intesa in senso eracliteo era falsa, in quanto
si lasciava ingannare dai sensi, l’unica entità esistente è l’essere,
aldilà di ogni percezione soggettiva. Parmenide si contrappone ad
Eraclito, come filosofo del divenire. I due pensatori sono però
accomunati da una decisa polemica contro il senso comune, contro
l’opinione.
La mia domanda è: perché si dice che Parmenide si contrappone ad
Eraclito per il fatto che non si fida dei sensi, quando quest’ultimo
afferma che non bisogna lasciarsi ingannare dai sensi, in quanto
soggettivi?
Insomma, PER QUANTO RIGUARDA I SENSI, per cosa si differenziano le due
filosofie?
i più si fermano all’apparenza, ai sensi, all’opinione: “Pur essendo
questo logos comune, la maggior parte degli uomini vivono come se
avessero una loro propria e particolare saggezza”. Il logos, presente
in tutti gli uomini, la ragione, facoltà conoscitiva suprema, ci
permette di cogliere le cose nella loro oggettività. Ai sensi, al
sentimento, alle passioni, agli istinti, le varie situazioni, i vari
aspetti della realtà si presentano diversi da individuo a individuo.
Sensi, sentimenti, passioni, istinti, sono dunque soggettivi, la
ragione è invece in grado di metterci in contatto con l’oggettività
delle cose, essa è quindi universale, e accomuna gli uomini, mentre le
altre facoltà e attitudini umane portano a divergenze e
particolarismi.
Parmenide, non fidandosi dei sensi ma solo della ragione, sostiene che
il pensare e l’essere sono la stessa cosa e ciò che è impensabile non
può esistere. La realtà intesa in senso eracliteo era falsa, in quanto
si lasciava ingannare dai sensi, l’unica entità esistente è l’essere,
aldilà di ogni percezione soggettiva. Parmenide si contrappone ad
Eraclito, come filosofo del divenire. I due pensatori sono però
accomunati da una decisa polemica contro il senso comune, contro
l’opinione.
La mia domanda è: perché si dice che Parmenide si contrappone ad
Eraclito per il fatto che non si fida dei sensi, quando quest’ultimo
afferma che non bisogna lasciarsi ingannare dai sensi, in quanto
soggettivi?
Insomma, PER QUANTO RIGUARDA I SENSI, per cosa si differenziano le due
filosofie?