ha scritto:r>>> Massimo 456b ha scritto:> Loris Dalla Rosa >>
Siamo rimasti in quattro, ma buoni credo.> Dopo una lunga discussione su >>
isf ho avanzato l'ipotesi che> l'unica interpretazione rispettosa del
rasoio di Occam della> meccanica quantistics sia che siamo di fronte a
uno >> stato> ontologico reale ma futuro.> >>>>E' vero che il reale e'
anche >> possibile, ma non e' vero il contrario, che il possibile sia anche
reale, >> perche' allora si produrrebbe il paradosso che il possibile e' il
reale e il >> reale e' >>il possibile di un sottoinsieme del reale. Allora
il possibile e' >> solo il controfattuale del reale, in quanto solo
logicamente, e non >> realmente, non contraddittorio con quest'ultimo.> >
Questione spinosa questa >> perche' coinvolge parecchie questioni>
metafisiche.> La famosa domanda:> >> la Luna e' li' quando nessuno la
guarda?> e' la sintesi di un genio.> Se il >> possibile e' il controfattuale
del reale la luna non e' li'.> Lo spettro di >> Berkley si fa sentire
minaccioso.Ma no, perche' la Luna non sia piu' li' >> quando non la
guardiamo ci vuole una ben valida causa, che non puo' essere >> quella di
non stare appunto guardandola, visto che tale ipotesi e' smentita >>
sistematicamente ogni volta che torniamo a guardarla. Non facciamo di >>
Berkeley un ingenuo, come del resto non e' certo Wigner, al quale e' >>
imputabile piu' o meno la stessa problematica: se la funzione d'onda >>
collassa all'osservazione di un soggetto cosciente, prima che apparisse >>
l'uomo, milioni e milioni di anni fa, l'universo era il regno delle infinite
potenzialita', in attesa che con la comparsa di un atto di percezione >>
cosciente si trasformasse all'istante in una precisa attualita'? Ma ecco che
questa questione non e' altro che un sofisma che si nasconde sotto la sua
parvenza di questione metafisica, consistente nell'immaginazione di una
retro-datazione a milioni di anni fa di una questione *gnoseologica* (che
come tale riguarda solo le facolta' di conoscenza umana) come fosse >>
questione tutt'altro che gnoseologica, bensi' di un sapere epistemico che,
non esistendo l'uomo, non puo' essere umano. Come chiedersi, in parole >>
povere, se l'arcobaleno fosse colorato, prima che ci fosse l'uomo a vederlo
coi suoi sette colori.>[...]> Ma lasciamo perdere la questione ontologica
del futuro.> > Che definizione daresti a quelle tre fondamentali
paroline> >> dall'ottica della filosofia?> > probabilita'> misura>
informazione> Non >> basta per il loro significato comune un
vocabolario?Prima di tutto "misura", >> che e' il valore numerico attribuito
a una grandezza, espresso come rapporto >> tra la grandezza data e un?altra
della stessa specie assunta come unita' di >> misura e che dipende da cio'
che si misura (una lunghezza, un volume, la >> temperatura, la pressione
ecc.).A tale definizione si puo' far riferimento >> per definire le altre
due.Probabilita', che e' la misura delle possibilita' >> di uno o piu'
eventi con riferimento a una serie di alternative. Molto piu' >> difficile
definire analogamente l'informazione, perche' richiederebbe tutta >> la
scienza dell'informazione sviluppata da Shannon, ma che comunque >>
all'ingrosso puo' essere definita come l'inverso della probabilita' >>
dell'evento, secondo la formula Informazione= -logaritmo in base 2 della >>
probabilita' di un evento E. Formula che dice che eventi piu' probabili >>
forniscono meno informazione quando si verificano, mentre eventi meno >>
probabili forniscono piu' >>
informazione.Ciao,LorisI(E)=?log?2(P(E))I(E)=?log2?(P(E))-- Questa email è
stata esaminata alla ricerca di virus dal software antivirus >>
Avast.www.avast.com>> mi piace quello che hai scritto!> Ma mi piacerebbe
sentire altri su questa dannata interpretazione.Con il trucco dell'"in
quanto" il linguaggio può mettere la cessazione della percezione della luna
nei termini di una cessazione di esistenza, così: quando non la guardo più,
la luna non esiste più... in quanto vista da me.Kant ci salva dall'impiccio
nel modo che ha mostrato Loris (ma questo ha un prezzo da pagare). Invece
Heisenberg, che come sai si dilettava di filosofia, pensava che alla resa
dei conti la funzione d'onda avesse salde radici nel concetto aristotelico
di "potenza", di cui tanto si è discusso (e si discuterà) sul ng. In fondo
Aristotele afferma che, a differenza delle cose di cui abbiamo scienza, cioè
gli oggetti necessari (tra i quali per lui i corpi celesti), delle cose
contingenti, cioè quelle che possono essere diversamente da come sono
attualmente, «quando cadono fuori dall'osservazione [??? ??? ???????] rimane
nascosto se siano oppure no» (Etica Nicomachea, 1139b 20]. Ma questo
"rimanere nascosto" dell'"è" del contingente, ridotto com'è nei puri ranghi
della soggettività, non ha niente a che fare con quanto l'intepretazione di
Copenaghen pensava del collasso della funzione d'onda. Per il
verificazionista Heisenberg il termine 'avviene' non è definito tra due
osservazioni. Ecco cosa avviene ad aver creduto troppo alla filosofia
moderna.
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